Negli scorsi giorni il tribunale di La Spezia ha condannato per usura l’istituto bancario, che con i tassi di usura altissimi aveva messo in difficoltà un’azienda del territorio.
Al centro della vicenda la a società Guido srl, oggi in liquidazione, aveva pagato interessi e commissioni per 320 mila euro. “I tassi sfioravano il 20%”. La nota concessionaria di auto della Val di Magra ha vinto una lunga battaglia giudiziaria contro Banca Mps.
I giudici hanno accertato che nel periodo compreso tra il 2001 e il 2010, a fronte di interessi e commissioni per complessivi 320 mila euro, almeno 286 mila euro non erano dovuti perché addebitati arbitrariamente dalla banca. Gli stessi erano superiori alla soglia dell’usura , infatti i tassi imposti all’imprenditore hanno sfiorato il 20 per cento.
È quello che è successo stavolta con la Monte dei Paschi è un dato un incoraggiante precedente per tutti quegli imprenditori che temono di essere vittime di prestiti a tassi d’usura, o di altre operazioni scorrette, ma che spesso non hanno il coraggio di opporsi.
Negli ultimi anni, sono tanti i ricorsi di imprenditori convinti di essere stati danneggiati dalle banche, e la giurisprudenza si è spesso divisa. L’anatocismo (https://www.altalex.com/documents/altalexpedia/2014/03/17/anatocismo) è oggi ammesso solo a determinate condizioni dal codice civile, mentre non riceve menzione in quello penale, per cui chi lo pratica rischia, al massimo, sanzioni economiche.
Un caso analogo a quello di La Spezia di è verificato anche in provincia di Treviso dove un imprenditore ha è riuscito con un azione legale a farsi restituire 100 mila euro. La vertenza legale era iniziata nel 2009 da un imprenditore mestrino titolare della società Atena C96, una piccola Srl nel campo delle costruzioni, che aveva trascinato davanti al giudice la Monte dei Paschi di Siena (già Banca Antonveneta spa) contestando l’applicazione di interessi illegittimi.
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