“Era meglio l’estorsione”: L’assurda storia di Lucio nelle aste immobiliari

Le aste immobiliari rappresentano uno scenario complesso e il più delle volte spietato, in cui le vite e i sogni delle persone si intrecciano con i freddi ingranaggi della legge e del mercato. Gli aspetti più sinistri di questo mondo restano tutt’oggi invisibili ai più, a meno che non ci si ritrovi vicini – se non direttamente coinvolti – in una procedura di asta immobiliare. È solo a quel punto che ne emergono le intricate dinamiche, determinate non solo dalla legge e dalla burocrazia, ma anche, purtroppo, dalla malavita che si insinua sempre meglio nei meccanismi delle esecuzioni giudiziarie.

Il disagio, il senso di fallimento, l’abbandono e la privazione, l’impotenza di fronte agli eventi di una persona con la casa all’asta, sono stati d’animo difficili da rendere a parole. Questo però non deve trattenerci dal farlo: raccontare le storie dei debitori esecutati e creare maggiore consapevolezza del vero volto delle aste immobiliari in Italia, è parte fondamentale nella nostra missione di cambiarlo con SOS Casa Asta S.p.A.

Oggi lo facciamo con due contenuti esclusivi: la storia di Lucio Marsicano, un onesto imprenditore italiano alle prese con un sistema di aste immobiliari iniquo e corrotto; e l’intervista che con il suo supporto abbiamo realizzato all’ex magistrato Catello Maresca, in cui approfondiamo il tema delle infiltrazioni mafiose nelle aste immobiliari.

Criminalità e aste immobiliari: l’intervista al dott. Catello Maresca

Esiste davvero qualcosa di peggio dell’estorsione per un imprenditore? A quanto pare sì. A dircelo è Lucio Marsicano, imprenditore di San Giorgio a Cremano (NA), con una storia che rivela i meccanismi malavitosi dietro le facciate rispettabili del mondo degli affari, del commercio, della legalità e delle istituzioni.

Come vedremo nel corso di questo articolo, Lucio ha dimostrato un coraggio non indifferente nel combattere in prima linea una guerra a cui troppi avrebbero rinunciato. Oltre a mettere in luce un sistema complesso e dai contorni sempre poco nitidi raccontando la sua storia, ha affiancato Nicola Compagnone, fondatore di SOS Casa Asta S.p.A. nell’approfondire la tematica con un’intervista esclusiva all’ex magistrato Catello Maresca, figura di spicco nella lotta delle istituzioni contro la criminalità organizzata, che presentiamo qui. Tra le sue maggiori imprese, Maresca ha partecipato alle indagini che hanno portato all’arresto del boss dei Casalesi Michele Zagaria nel 2011 e guidato l’operazione Gomorrah per la repressione del traffico internazionale di merce contraffatta. Inoltre, ha rappresentato l’accusa nel processo al cosiddetto “gruppo Setola“, che ha portato all’incarcerazione di vari membri, inclusi mafiosi di spicco come Giuseppe Setola.

Nell’intervista che ci ha concesso, il dott. Maresca condivide la sua lunga esperienza nella lotta alla criminalità organizzata: offre una panoramica sulla diffusione della corruzione e dell’infiltrazione criminale nel sistema delle aste immobiliari, svelando strategie e pratiche utilizzate da queste reti per influenzare il mercato immobiliare a proprio vantaggio.

La storia di Lucio: fare impresa in un sistema malato

La storia di Lucio Marsicano è la dimostrazione pratica degli eventi aberranti che un uomo può trovarsi ad affrontare di punto in bianco nella sua vita.

Lucio Marsicano è un uomo rispettabile e un imprenditore onesto nel settore delle calzature, eppure non è stato immune agli intrecci e agli inganni di una rete criminale che – stando agli ultimi sviluppi della sua vicenda giudiziaria – non solo permea, ma domina il mercato delle aste immobiliari e oltre.

Con la sua storia, Lucio ha sollevato il sipario su un dramma contemporaneo che continua a segnare la vita sua e della sua famiglia, facendo luce sul labirinto di corruzione e manipolazione di cui sono vittime innocenti. “Essere un imprenditore in queste zone è complicato sotto ogni punto di vista“, esordisce. “Da un lato ci sono le dinamiche legate all’estorsione, e dall’altro fenomeni di depistaggio e boicottaggio da parte degli imprenditori collusi, che li mettono in una posizione di vantaggio commerciale rispetto a tutti gli altri. Tanti di questi imprenditori sono dediti al riciclaggio, cosa che rende il loro business più facile, perché permette loro di attuare politiche di acquisto e di prezzo che un imprenditore onesto, che paga regolarmente le tasse e i fornitori, non può permettersi di sostenere. È una vera e propria concorrenza sleale da parte delle attività coinvolte nei giri della malavita verso gli imprenditori che cercano solo di fare il proprio lavoro.

 

I fatti

In un contesto già di per sé difficile da vivere nel quotidiano, la vicenda di Lucio inizia 2008-2009, quando la sua ditta individuale viene colpita da difficoltà finanziarie, in parte a causa della già menzionata concorrenza sleale. La sua ditta viene chiusa nel 2009, mentre un ritardo burocratico porta alla chiusura della sua partita IVA solo nel 2010, a qualche mese di distanza. Un ritardo forse voluto da qualcun altro, perché è questo piccolo dettaglio a rendere irrevocabile il fallimento della ditta, avvenuto nel 2011, aprendo le porte alle procedure giudiziarie verso il suo patrimonio. 

Qui inizia a dispiegarsi il vero dramma, quando tre lotti immobiliari di sua proprietà vanno all’asta. Lotti preziosi sia dal punto di vista commerciale che residenziale, già da tempo oggetto di attenzione da parte della criminalità. Lucio si trova coinvolto in un mondo sconosciuto, a confrontarsi con termini come “fallimento”, “curatore fallimentare” e “cancelliere” senza alcuna preparazione. Durante questo periodo incontra il suo curatore fallimentare, i cui comportamenti porteranno Lucio a denunciarlo per istigazione alla corruzione e scoperchiare così il vaso di Pandora.

Le richieste del curatore e la denuncia

In un momento di affanno e stress, Lucio si fida ciecamente di tutto ciò che gli viene detto e fa pedissequamente qualsiasi cosa gli venga chiesta: davanti a lui ha un professionista apparentemente nel pieno controllo della situazione, il quale dichiara apertamente collegamenti con persone influenti che lo aiuteranno a rientrare in possesso dei suoi immobili. 

Il curatore inizia a fare a Lucio Marsicano delle richieste, che includono favori personali e regali materiali via via più onerosi: da scarpe di lusso a televisori, tutto al fine di “influenzare” il corso delle procedure giudiziarie a favore dello stesso debitore. 

Ma all’ennesima richiesta del curatore – quella di una crociera – Lucio non ci sta e denuncia

Le minacce e le intimidazioni

Il fondo però non è ancora stato toccato. A malapena è stata grattata la superficie. Con la denuncia inizia la lotta di Lucio Marsicano contro un nemico invisibile e dai mille volti. È come scalciare contro il vento. 

Lucio subisce fenomeni intimidatori e minacce anche gravi: vogliono scoraggiarlo dal partecipare alle aste per riprendersi i suoi immobili. Riceve visite da parte di sconosciuti in negozio e a casa, bossoli di proiettile per posta e telefonate di ogni tipo, tutte a carattere intimidatorio. L’obiettivo è chiaro: gli immobili devono essere nostri e tu devi starne fuori. 

Alla fine cede alle richieste, subendo ulteriori ingenti perdite economiche legate ai depositi cauzionali già versati per poter partecipare alle aste, senza parlare delle ripercussioni sociali e morali. “Io non ho denunciato il furto di un’auto”, dice, ma un sistema solido e molto potente, di cui purtroppo riusciamo a vedere solo in minima parte le manifestazioni.

Lucio cede alle richieste ma non si piega alla corruzione e denuncia ancora.

Combattere senza sapere contro chi

Era meglio l’estorsione” è il titolo di questo articolo, preso in prestito dalle emblematiche parole di Lucio in risposta alla nostra domanda su come stia oggi. “So che è una cosa forte da dire, ma è l’amara verità: quando paghi l’estorsione alla malavita, sai con chi hai a che fare. Conosci i volti, i nomi, le famiglie. Ed è probabile che una volta che paghi loro ti lascino in pace. Nelle aste immobiliari il discorso è diverso, più subdolo, perché combatti contro un sistema che potrebbe coinvolgere persone vicine a te e che pensi ti stiano aiutando, quando invece vogliono la tua fine. Il commercialista, il consulente in banca, l’avvocato, il curatore, la persona che fa i rilanci alla tua asta… La cosa che fa più paura è non sapere contro chi stai combattendo, non sapere se la persona che hai davanti ti vuole davvero aiutare o vuole farti crollare. Così ti senti lasciato solo, abbandonato da tutto e da tutti e senza altre alternative se non la resa totale”

Le indagini

Per fortuna il grido di aiuto di Lucio Marsicano non è rimasto inascoltato, anche grazie alla sua incrollabile determinazione nel perseguire la strada della legalità e a non perdere la fiducia nelle istituzioni. “Dicevano che ero un pazzo. Diversi pubblici ufficiali, in più occasioni, mi hanno chiesto se fossi certo di voler proseguire con le denunce. Premevano per l’archiviazione del caso, perché sapevano che l’avrei fatta grossa. Anche qui, Lucio Marsicano ha resistito e insistito senza mai perdere la speranza, portando a termine le denunce. Un vero e proprio paradosso. 

A distanza di qualche anno, le indagini hanno portato alla condanna del suo curatore fallimentare, confermata anche in appello a dicembre 2023 per 2 anni e 6 mesi di reclusione

Prosegue invece il processo a carico di un altro individuo per il quale la magistratura sta ricostruendo i legami con la criminalità. L’indagato, consapevole che Lucio era a conoscenza dei suoi legami con la criminalità, ha tentato di intimidirlo telefonicamente, cercando di spingerlo a cedere alle richieste della malavita. L’udienza più recente, risalente a marzo 2024, ha acclarato i legami dell’indagato con la criminalità organizzata. Il processo proseguirà nella sala d’udienza della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) a Poggioreale, con la prossima udienza fissata per l’8 luglio 2024. 

Ancora contro ignoti, infine, restano le denunce per le intimidazioni telefoniche anonime e i bossoli rinvenuti nella cassetta della posta.

La criminalità nelle aste immobiliari oggi e il nostro impegno

Questa vicenda è un emblema di come la criminalità operi dietro i volti e le attività all’apparenza più rispettabili, con infiltrazioni nelle istituzioni e nelle attività economiche e con una naturalezza che sfida qualsiasi stereotipo. Con sempre più persone insospettabili tra le fila dei clan, è più facile per la malavita operare nel proficuo mondo delle aste immobiliari in modo sobrio e pulito, rendendo la lotta contro le organizzazioni mafiose ben più complessa da portare avanti

Ecco il commento di Lucio Marsicano:
Voglio ribadire che è legale acquistare all’asta, ma si tramuta in atto illegale tramite un percorso delineato anni prima a tavolino, grazie alla complicità di professionisti collusi, forze di potere e figure occulte. Di tutto ciò, l’ex possessore del bene è totalmente tenuto all’oscuro, non potendo far altro che assistere allo scorrere dei tempi burocratici come un morto che cammina. Da troppi anni gridiamo che tantissime procedure immobiliari – se non tutte – sono appetibili per la malavita in quanto, attraverso aggiudicazioni pilotate ad affiliati prestanomi, danno accesso ad un doppio affare: acquisire un bene ad un prezzo ridotto e contemporaneamente ripulire una somma di denaro senza rimetterci un solo euro. Quando ciò non avviene, le figure occulte sopracitate cercano, tramite i database di determinate agenzie immobiliari “amiche”, richieste specifiche di potenziali acquirenti che combaciano con i requisiti del bene finito all’asta: resta inteso che che anche questi ultimi dovranno attraversare il percorso illegale appena delineato che li porterà all’aggiudicazione. Nel migliore dei casi, il reato più blando che si configura è quello della corruzione e concussione, fino ad arrivare in casi estremi ad avvertimenti perpetrati con prepotenza, atti intimidatori, minacce, aggressioni e quant’altro, il tutto con l’intento di far desistere chiunque abbia interesse verso un bene finito sotto le loro grinfie.”

In un contesto simile, ai debitori non riescono a trovare via di scampo se non quella di piegarsi e cedere al volere della criminalità. A loro vogliamo far sapere che una speranza esiste e sta nel denunciare, nel far sentire la propria voce, come ha fatto Lucio Marsicano.

Ai debitori esecutati e a chi dovesse trovarsi in situazioni simili a quella di Lucio, SOS Casa Asta S.p.A. offre non solo supporto nel tentativo di recuperare la proprietà del proprio immobile, ma si presenta anche come un canale privilegiato di ascolto e di diffusione delle proprie storie di sopruso e ingiustizia.
Riteniamo che solo attraverso la condivisione delle esperienze personali e la denuncia si possa sperare di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, portando così ad un cambiamento reale e duraturo.

Il supporto ai debitori di SOS Casa Asta S.p.A.

La storia di Lucio e il commento del dott. Catello Maresca ci forniscono uno sguardo privilegiato su un fenomeno che richiede una risposta urgente e concertata da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. 

SOS Casa Asta S.p.A. svolge un ruolo di primo piano nel supportare i debitori esecutati verso il recupero delle loro case, dando un aiuto concreto a coloro che si trovano in situazioni simili a quella vissuta da Lucio. Crediamo nella missione sociale ed etica di promuovere un sistema di aste immobiliari più giusto e trasparente, che dia ad ogni debitore meritevole di aiuto una seconda possibilità di riavere la propria casa.

Se la tua casa è all’asta o conosci qualcuno che rischia di perdere il proprio immobile all’asta, siamo disponibili a fornire supporto specialistico immediato. 

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