L’impignorabilità della prima casa: il niente mischiato con il nulla

In questo articolo voglio parlare chiaro, senza giri di parole, come faccio sempre con la mia community. L’impignorabilità della prima casa è uno slogan politico, una chiacchiera buona per prendere consensi, ma nella realtà non cambia la vita a nessuno. È, come dico io, il niente mischiato con il nulla.

La verità è semplice: la maggior parte delle persone, in Italia, ha un mutuo o un finanziamento. C’è chi ha comprato casa chiedendo un prestito alla banca, e la banca ha messo ipoteca. C’è chi ha ricevuto un immobile in eredità e poi ha dovuto usarlo come garanzia, magari firmando una fideiussione per un parente o per l’azienda. Oppure chi, semplicemente, ha fatto un prestito con una finanziaria per comprare un’auto.

Chi è che oggi non ha un mutuo o una rata da pagare? Praticamente nessuno. E tutte queste persone, anche se si tratta della prima casa, rischiano di perderla.


Lo slogan che non salva nessuno

Quando si parla di “impignorabilità della prima casa”, si fa riferimento a un limite: se hai debiti con l’Agenzia delle Entrate per meno di 120.000 euro, lo Stato non può pignorarti la casa.

Ma scusate, di cosa stiamo parlando? Davvero pensiamo che questa sia una norma che aiuta il 99% delle famiglie italiane?

La verità è che non serve quasi a nessuno. Perché chi si trova in difficoltà economica, nella maggior parte dei casi, ha debiti con le banche o con le finanziarie, non solo con l’Agenzia delle Entrate. E per quei debiti, la prima casa si può pignorare eccome.

È questo che bisogna dire con chiarezza: la legge non protegge davvero la gente comune. E io, ai miei follower, non racconto favole. Preferisco essere diretto, anche se fa male.


Mutui, tassi variabili e trappole

Molti italiani hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile, convinti fosse una buona scelta. Magari perché il funzionario di banca gliel’ha consigliato come la soluzione più conveniente. Poi, da un mese all’altro, la rata è raddoppiata.

E allora che succede? Chi prima pagava 700 euro si ritrova a pagarne 1.500. E se non riesce più a sostenere quella cifra, la banca procede, e la casa finisce all’asta.

Chi vi restituisce la differenza? Nessuno.

È facile giudicare da fuori, ma la verità è che tante famiglie si sono fidate, senza presunzione, facendo quello che gli era stato consigliato. E oggi si ritrovano con la casa a rischio.


Cosa serve davvero: educazione finanziaria

In Italia non si parla di denaro, non si insegna la gestione dei soldi. È quasi un tabù.

Eppure, se vogliamo combattere davvero il sovraindebitamento, dobbiamo iniziare proprio da lì: insegnare la gestione del denaro, fin dalle scuole.

Perché il vero problema non è solo la legge, ma la cultura.

Viviamo in un sistema che si regge sul debito: chi presta i soldi ha tutto l’interesse che tu ne abbia sempre bisogno. Ti presta denaro, ma così facendo ti tiene legato. Non ti sta aiutando, ti sta schiavizzando.

Se invece qualcuno ti insegnasse a gestire i tuoi soldi, a vivere con quello che hai, quello sarebbe un vero aiuto. Ma al sistema questo non conviene.


Il criceto nella ruota

Molti italiani vivono correndo dietro ai soldi, alle rate, alle scadenze. È come essere un criceto dentro una ruota: giri, giri, ma resti sempre fermo nello stesso punto.

C’è chi paga la rata della macchina, del telefonino, del mutuo, e dice con orgoglio: “Ho comprato casa”.

No, non l’hai comprata. Hai fatto trent’anni di debiti. Se non paghi fino all’ultima rata, quella casa va all’asta. E quando finalmente l’hai finito di pagare, dopo trent’anni, la casa è vecchia, da ristrutturare. Ti ritrovi a chiedere un altro mutuo, e il giro ricomincia.

Questo è il sistema: marcio, malato, costruito per tenerti dentro la ruota.


Un sistema che guadagna sui tuoi debiti

Molti non lo sanno, ma oggi le banche vendono i mutui in sofferenza, quelli che non vengono più pagati. Dopo appena cinque rate saltate, possono cartolarizzare il credito, cioè venderlo a società che comprano pacchetti di mutui non pagati.

Così la banca si libera del problema, incassa qualcosa, e chi compra quel debito inizia a speculare su di te. Ti chiama, ti scrive, ti minaccia di mettere all’asta la tua casa. E tu, che non avevi i soldi prima, non li hai nemmeno dopo.

Il risultato è che l’immobile finisce comunque all’asta, e qualcuno ci guadagna sopra.

Le banche dicono di non volere le case, ma in realtà, quando conviene, se le ricomprano per rivenderle sul mercato privato a un prezzo più alto. Perché in tribunale le case si svalutano, e loro questo lo sanno bene.


Davide contro Golia

È sempre la stessa storia: noi, la gente comune, contro i grandi e i potenti.

Per questo motivo insisto da sempre: bisogna formarsi e informarsi.

Non per risolvere tutto dall’oggi al domani, ma per capire come difendersi, per non fare gli stessi errori, per insegnare ai nostri figli a non cadere nella stessa trappola.

L’imporabilità della prima casa non ti salva, non ti protegge, non ti cambia la vita. È solo una illusione politica, uno slogan.

La verità è che chi ha firmato un mutuo, una garanzia, un prestito, una fideiussione, rischia la casa, anche se è la prima.

Ho visto immobili finire all’asta per poche migliaia di euro, anche per semplici spese condominiali non pagate. Case che valevano centomila euro svendute per tre. Questa è la realtà.


Etica e rispetto

E voglio dire una cosa anche agli investitori: si può guadagnare con le aste, ma bisogna farlo in modo etico.

Dietro ogni casa all’asta c’è una storia, una famiglia, un dramma. E chi compra deve rispettare quella storia.

Non si può arrivare con arroganza e sbattere per strada chi, magari, ha perso tutto per colpa di un tasso variabile o di una firma data in buona fede.

Io credo nella giustizia, nella morale, nel rispetto. E penso che chi specula sulla disperazione delle famiglie dovrebbe essere punito severamente.


Il mio invito al cambiamento

Il mio scopo non è vendere nulla. È diffondere consapevolezza.

Invito chi mi segue a cambiare mentalità, ad affrontare il mondo delle aste con un approccio diverso: umano, etico, giusto.

E a chi sta vivendo il dramma di una casa all’asta, ricordo che c’è la mia community, dove le persone possono confrontarsi in modo anonimo, raccontare la loro esperienza e imparare l’una dall’altra.

Perché solo conoscendo e capendo, possiamo difenderci davvero.


Buona vita.

Ci vediamo al prossimo contenuto.

E ricordate: l’imporabilità della prima casa è il niente mischiato con il nulla.