Un altro suicidio: quando la smetteremo di fare affari sulla pelle degli altri?

È successo pochi giorni fa (4 gennaio 2024) a qualche settimana di distanza da un evento altrettanto tragico di cui ho parlato in quest’altro articolo. Un’altra persona si è tolta la vita perché la sua proprietà è andata all’asta.

L’uomo era il proprietario di una masseria che sarebbe andata all’asta per meno di 1/10 del suo valore originario. Aveva 53 anni e la sua proprietà, del valore stimato di 330 mila €, sarebbe andata all’asta per appena 25.000 €

I fatti

Si è tolto la vita proprio mentre era previsto l’arrivo dell’acquirente interessato (nell’ambito delle visite che si possono fare con il curatore). Come lo ha fatto è ancora più tragico, ma non ne parlerò perché non è questa la sede. Puoi trovarlo su qualunque altro sito di notizie.

Ma voglio ripercorrere i fatti che hanno portato a questo.

Tutto è nato dalle difficoltà economiche che l’allevatore aveva incontrato. I problemi finanziari erano iniziati circa un decennio fa, con i ritardi nei pagamenti dalla vendita del latte. Così aveva richiesto un mutuo di 60.000 euro per affrontare le difficoltà, aggravate poi dalla pandemia. Non è riuscito a mantenere il pagamento del debito, con un residuo di 40.000 euro dovuti a due società di recupero crediti.

L’imprenditore aveva cercato aiuto legale. Con il suo avvocato era riuscito a negoziare un accordo per vendere la proprietà in tre rate mensili ed evitare l’asta, fissata per il 16 gennaio. Nonostante ci fossero buone possibilità di riscattare la masseria, la notizia di un possibile nuovo acquirente lo aveva profondamente scoraggiato, portandolo al suicidio.

Per chi se lo stesse chiedendo: l’avvocato ha presentato l’istanza di sospensione e il giudice l’ha accolta. Le operazioni di vendita ora sono sospese e sarà sua moglie a gestire e proseguire gli accordi con le società di recupero crediti, nella speranza di salvare la masseria.

Considerazioni

Sono sempre stato apertamente e convintamente contrario verso chi cerca di trarre vantaggio dall’acquisto di case all’asta invece che dal costruttore, quando ciò deve andare a scapito di persone in difficoltà. E sono ancora più amareggiato che sul web ci siano addirittura i guru e maestri delle aste ad insegnare a fare proprio questa cosa. Come ho più volte sottolineato, anche in un mio video recente questi pseudo personaggi insegnano e si fanno pagare per dire agli altri fondamentalmente due cose: leggere la CTU ed evitare di acquistare casa dei malandrini, perché potrebbero intraprendere azioni ritorsive. Meglio preferire casa di qualche buon padre di famiglia.

Il problema, cari miei investitori piccoli piccoli, è che dovete imparare a comportarvi da signori. A non fare agli altri ciò che non volete sia fatto a voi. Perché un atteggiamento del genere, è sintomo di una totale mancanza di compassione e dell’assoluta inconsapevolezza di cosa è la sofferenza e di come le nostre azioni possano impattare nella vita degli altri.

Nel fatto in questione, l’allevatore è arrivato a ritenere insopportabile anche la sola visita di un acquirente che “minacciava” di comprare casa sua. Questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che ciò che per alcuni può essere una trepidante opportunità di business, per altri è la fine della vita.

Se volete acquistare casa, andate dai costruttori. Se volete fare affari con le aste, abbiate la curiosità e l’apertura di comprendere – ve lo sto dicendo proprio adesso – che si può investire con le aste anche senza rovinare la vita ad una persona. Lo dico io che lo faccio dal 2007.

Prima di lasciarvi rinnovo il mio appello: se hai la casa all’asta, sappi che non tutto è perduto e hai ancora tante possibilità che non conosci. Scrivimi, chiamami o prenota un incontro in fondo a questa pagina.

Se invece vuoi investire in aste e guadagnare AIUTANDO le persone, puoi farlo con me. Scrivimi, chiamami, inviami un’e-mail. Insomma trovi tutti i contatti in questo sito.

Buona vita e a presto, con l’amaro in bocca.

Nicola Compagnone